di Pierluigi Manieri
Scherzosamente ma non troppo, ho definito Claudio Orlandi come un “alchimista delle immagini”. Il senso di tale definizione risiede nella sua tendenza naturale e ricerca semantica tesa ad andare oltre la Fotografia per definirsi invece in un linguaggio più personale che si sottrare al corporeo e invade altre sfere più o meno oniriche più o meno stranianti e astratte. Il risultato è una moderna lettura del medium reinventato su coordinate il cui limite e confine sono oggi imperscrutabili. È invece assoluta la soddisfazione di ospitare nel salone dell’Elsa Morante una mostra che ha già fatto molto parlare di sé nella sua premiere milanese e che va ad aggiungersi alle grandi firme dell’arte contemporanea che sono già transitate per questi spazi.
Benvenuto Claudio Orlandi e il tuo Castello dall’afflato kafkiano.
Benvenuto Claudio Orlandi e il tuo Castello dall’afflato kafkiano.
Written by Pier Luigi Manieri
Translated by Michele Rosi
Translated by Michele Rosi
Jokingly, but with serious intent, I have defined Claudio Orlandi a “Visuals Alchemist”. The sense of such a definition lies in his natural attitude and semantic research of going beyond Photography, to realize a more introspective language that eludes the physical and floods into more dreamlike, sometimes abstract and alienating, spheres.
Welcome Claudio Orlandi, to you and your Kafkian breath.