Nei mesi tra giugno e settembre nel nostro Arco Alpino, da una decina di anni circa, per limitare la fusione della neve sui ghiacciai antropizzati, stati sviluppati dei progetti scientifici che prevedono il posizionamento di teli Geotessili a protezione dalle radiazioni solari.
Claudio Orlandi, fotografo romano, dal 2008 ha intrapreso un Long Term Project che segue la collocazione di questi tessuti ultra-tecnici lungo i ghiacciai, attraverso una narrazione visiva che prosegue da oltre sei annualità, il cui titolo è Ultimate Landscapes, ovvero “Paesaggi Definitivi”.
Gli scatti di Orlandi non rivelano immediatamente ciò che in realtà rappresentano. L’abile lavoro del fotografo consiste nel suggerire agli occhi di chi osserva forme e linee che deviano lo sguardo, affascinando sia con i giochi di contrasto e cromie, che attraverso l’astrazione geometrica.
Siano gli sfondi intensi, le luci che restituiscono riflessi perlati, i neri della roccia in contrasto ai bianchi abbacinanti, oppure la trasparenza delle texture delle stoffe geotessili riprese dall’interno delle grotte alpine…La bellezza che Orlandi eternizza nei suoi scatti è frutto intenso della ricerca di un’armonia rinnovata, nel rapporto tra l’uomo e l’alta montagna.
Negli anni, Orlandi ha suddiviso il progetto in serie fotografiche, ognuna caratterizzata da un approccio artistico unico:
Ultimate Landscapes serie 1 gioca sul concetto della rappresentazione teatrale. I fondi scuri, i teli riversi come drappi su un proscenio diventano i protagonisti assoluti delle fotografie. Le stampe, in dimensioni panoramiche servono ad amplificare questa sensazione di engagement con l’osservatore.
In Ultimate Landscapes serie 2, quello che – ad una prima osservazione – appare come la macrofotografia di un candido panneggio scultoreo in marmo, ad uno sguardo più attento svela alcune incongruenze. S’intravede uno specchio d’acqua, delle rocce, alcuni sedimenti… Elementi evidentemente discordanti da quell’ “immaginario scultoreo” in cui l’intelletto collocherebbe l’immagine. La bellezza e il candore delle fotografie evidenziano un cortocircuito concettuale. In questi scatti senza tempo, stupore e meraviglia si aprono al Sublime. La serenità classica degli elementi formali rappresentati in realtà suggerisce lo sviluppo nel tempo della tecnica di posizionamento dei teli Geotessili, catturati da Orlandi mentre risplendono alla tersa luce alpina.
Nel suo montaggio “a mosaico” Ultimate Landscapes 3 sembra seguire, attraverso il movimento circolare dei teli ancora avvolti e nei passaggi tonali del colore, i primi momenti di una forma vivente, vegetale o animale, il cui desiderio è risalire da una cavità verso l’esterno, alla ricerca della luce.
In Ultimate Landscapes 4 e 5 lo sguardo si allarga verso il paesaggio. Contrasti tonali forti, nubi basse e ambienti alpini offrono con rinnovato stupore un palcoscenico naturale in cui i teli finalmente si mostrano meno criptici nella loro rappresentazione.
Infine, nella serie Ultimate Landscapes 6, Claudio Orlandi si avventura nelle grotte di ghiaccio indugiando nel bianco perlaceo delle coperture, in ossimoro con il nero intenso delle rocce. Il percorso fotografico raccoglie e immortala il viaggio del telo anche alla fine della stagione estiva: lo troviamo disteso nel letto del fiume, lacerato dalle frequenti e vigorose intemperie dell’alta montagna, trascinato verso valle. Altre cromie, altre forme e paesaggi si rivelano agli occhi dell’osservatore appassionato.
Poeta visivo con la passione per la montagna, Claudio Orlandi attraverso la sua fotografia immortala la bellezza e regala un’emozione. Un omaggio alle nostre Alpi come parte integrante di un sistema complesso, che fa dell’arco alpino un ambiente da conoscere e tutelare nel prossimo futuro.